Bracciali realizzati (Umuco) in Burundi
Questi nuovi bracciali che Tribù del mondo vi presenta, arrivano da molto lontano e hanno una storia particolare.
Coloro che realizzano fisicamente questi oggetti, semplici ma preziosi, sono alcuni carcerati della città di Gitega in Burundi.
Ho conosciuto questa realtà nel mio recente viaggio, grazie a mama Beza (suor Teresa), che ogni giorno passa molto tempo all’interno del carcere.
Beza, durante i suoi pomeriggi fra i carcerati, parla con loro, li ascolta e una volta a settimana gli porta del riso da mangiare. Le storie di queste persone sono tutte difficili e accumunate dalla fame, dalla disperazione e, spesso, dall’alcolismo.
2.000 persone che sono rinchiuse in solo 5 stanzoni e che passano le loro giornate lunghe monotone, aspettando di poter vedere chi dà loro un po’ di conforto e allegria, Beza.
Beza decide, per coinvolgerli in qualcosa di più nobile e onesto, di far fare ad alcuni dei cesti tipici burundesi e dei bracciali.
Ovviamente, si tratta di oggetti lavorati tutti a mano e con materiale di recupero. Quindi dove recuperano l’ottone per i bracciali? Dalle piccole valvole dei copertoni delle biciclette, il mezzo locale più utilizzato.
Ecco, quindi, che una volta separate le valvole dalla gomma i prigionieri modellano, fondono e lavorano questi piccoli pezzi d’ottone fino ad ottenere i meravigliosi bracciali che vi proponiamo.
Come comprarli?
Per averli scriveteci a info@tribudelmondo.it, l’offerta minima è di 5 euro a pezzo.