Consegnate le uova a Siena
Sono state ufficialmente consegnate le uova di cioccolato di Tribù del Mondo all’Azienda ospedaliero universitaria Senese. 1.300, equamente divise fra quelle al latte e quelle fondenti, sono arrivate ad allietare le dure ore di lavoro del personale medico e paramedico del nosocomio senese in queste festività pasquali, soprattutto in relazione all’emergenza coronavirus, che sta mettendo a dura prova il sitema sanitario nazionale.
Dopo averle confezionate e caricate su un camion, un lavoro non indifferente lasciato in carico alle nostre supervolontarie senesi, il dolcissimo convoglio è arrivato nella struttura ancora lunedì mattina, per permettere poi la suddivisione nei vari reparti. Oggi, poi, la cerimonia ufficiale, che ha visto le autorità ospedialiere accogliere idealmente questa donazione. Erano presenti il direttore amministrativo, Maria Silvia Mancini, insieme all’assessore alla salute del Comune di Siena, Francesca Appolloni e al delegato alla sanità dell’Università di Siena, professor Francesco Dotta.
Il ringraziamento del Direttore generale
«Un bel gesto di vicinanza e solidarietà nei confronti di chi è impegnato giorno e notte nella lotta al coronavirus – afferma Valter Giovannini, direttore generale – e che nei giorni che precedono la Pasqua assume un significato ancora più intenso. Grazie davvero di cuore per aver pensato al nostro ospedale».
Il senso dell’iniziativa
«Da parte nostra c’è stata la voglia di guardare all’emergenza del momento – spiega la presidente di Tribù del Mondo Federica Binelle -. Le nostre uova, come ogni anno, erano pronte per essere vendute: è una delle iniziative relative alla raccolta di fondi che ci servono per sostenere i nostri angeli di Casa Marisa. A Kinshasa le emergenze non mancano mai, sappiamo bene cosa voglia dire gestire situazioni d’emergenza, non solo economiche, ma anche sanitarie. Essendo per noi impossibile quest’anno vender le uova a causa delle limitazioni dovute al coronavirus, ci è sembrato quasi naturale rivolgere la nostra attenzione verso chi è impegnato ad affrontare una situazione del genere».
E se da un lato siamo stati contentissimi di poter donare qualche istante di dolcezza a tutte queste persone, dall’altro resta attuale il problema di poter consentire ai nostri ragazzi a Kinshasa di poter proseguire la loro vita garantendogli, come facciamo da anni la sussistenza, la salute e l’istruzione. A questo proposito ricordiamo che è
attiva la nostra iniziativa di raccolta fondi
attraverso lo strumento di Gofoundme.
«L’obiettivo minimo è quello di coprire la spesa sostenuta per l’acquisto delle uova da parte nostra – conclude Federica Binelle -. Già questo ci eviterebbe di togliere energia e fondi ai nostri angeli a Kinshasa. Tutto quello che arriverà in più potrà essere utilizzato proprio a loro favore, come facciamo da sempre. Avremo così ottenuto due obiettivi, aver portato sollievo a chi è impegnato in ospedale nella battaglia contro il coronavirus da un lato, mentre dallaltro potremo continuare ad aiutare i ragazzi di Casa Marisa».