Usciremo dal Coronavirus
Ce la faremo: batteremo il Coronavirus. Ad assicurarcelo sono i nostri piccoli angeli di Casa Marisa. Lo hanno fatto attraverso un videomessaggio, con la loro contagiosa allegria e il loro entusiasmo. Se ci sono dei bimbi abituati a combattere… sono proprio loro. Sanno cosa vuol dire lottare, sanno che cosa significa affrontare le epidemie che, purtroppo, sono frequenti in Congo.
Il loro sorriso, la loro voglia di farci sentire la loro vicinanza è a dir poco travolgente. Suor Benedetta li incita a ripetere le sue parole, ma siamo sicuri che ha spiegato loro quale sia la situazione difficile che stiamo vivendo. E vi possiamo assicurare che ciascuno, a proprio modo e con la propria capacità di comprensione, ha ben percepito la situazione nella quale ci troviamo. E da loro arriva l’incoraggiamento a non mollare, perchè “restando uniti ce la faremo”!
Video virale
Il video è diventato in questi due giorni virale, ed è giunto anche al sindaco di Bergamo Giorgio Gori. In questa situazione di grande difficoltà il primo cittadino di una delle città maggiormente colpite dal Coronavirus, probabilmente preso dall’emozione del momento creata dal messaggio fortissimo arrivato al cuore di tanti, ha confuso Casa Marisa con un orfanotrofio del Malawi, dove alcuni volontari stanno facendo ciò che facciamo noi, in collaborazione con le associazioni “Marisa un sorriso per tutti”, “Mano amica” e “Watoto Congo”. Poco male, perchè era il messaggio ciò che doveva arrivare e… così è stato!
Oltre 128mila visualizzazioni, più di 1.600 retwett sono stati generati da quello del sindaco Gori, oltre 8mila i “mi piace”. Senza contare, l’ampia diffusione e condivisione anche in Facebook. Insomma, un messaggio di solidarietà e vicinanza che è arrivato davvero a tanti.
Anche sul Corriere
Il video dei nostri ragazzi è diventato virale a tal punto, che anche il Corriere della Sera, nella propria edizione online, ne ha riportato la notizia, basandosi però ancora sul tweet del sindaco Gori.
Resta comunque l’augurio dei nostri ragazzi. Resta il loro incitamento a tener duro. Restano le raccomandazioni a seguire quanto ci viene detto dalle nostre autorità per ridurre al minimo il contagio. Resta ancora la speranza in un futuro migliore: basta leggerla nei volti dei nostri piccoli angeli di Kinshasa!